lunedì 26 settembre 2016

UMBERTO ECO

- Mi scusi se mi permetto, lei è Umberto Eco?
- Eh?
- Io e mia moglie discutevamo al tavolo. Io le dicevo che Umberto Eco è morto, ma lei insisteva: "Guarda che è lui". La scusi, per favore, ma sa come sono le donne. Mi ha costretto a venire a chiederle di persona chi è lei.
- Eh?
- Io gliel'ho sempre detto che Umberto Eco è morto. Cavoli, ha scritto IL NOME DELLA ROSA e poi ha venduto un casino perché era morto. Se lo ricorda anche lei di quando è morto, no? Io ero un fan di Eco, sa?
- Eh?
- Sì. Mi è piaciuto moltissimo il DIARIO MINIMO. Era una rubrica dell'ESPRESSO, ma poi ci ha fatto un libro. Il primo racconto si chiamava FRAMMENTI e secondo me è la cosa migliore che Eco abbia mai scritto. Lui immaginava che gli studiosi del futuro avessero rinvenuto dei frammenti di testi di canzonette popolari e li avessero scambiati per esempi di alta poesia. Era una parodia dei lirici greci. Lei ha fatto il classico?
- Eh?
- Ma io la sto importunando... Mi scusi. Cosa sta mangiando? Polpette di soia, vedo, scusi se mi permetto. Le piacciono?
- Eh?
- Lei magari non ama nemmeno leggere, magari fa il camionista e io vengo qui a chiederle di cose che non capisce nemmeno. Mi perdoni. Torno al mio tavolo e ribadisco a mia moglie che Umberto Eco è morto.
- Eh? I don't understand!
- Ah, non è nemmeno italiano, si figuri... Piacere: Paolo Paoli. Faccio l'editor della narrativa italiana per la New Comp.
- Hi, I'm Sean Connery. I don't understand Italian.

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